VOCABOLARIO PSICHIATRICO
Le voci di questo breve vocabolario sono state estratte e modificate dal NEUROLEXICON di F: Monaco e R. Torta; Il Centro Scientifico Editore 2001
ADOLESCENZA
Nella nostra cultura il termine designa il periodo di transizione tra l’infanzia e l’età adulta, durante il quale il soggetto acquisisce abilità fondamentali al divenire adulto, attraverso mutamenti, contraddizioni, contrasti.
ADATTAMENTO, disturbo di
La caratteristica essenziale di questo disturbo è rappresentata dallo sviluppo di sintomi psichici e comportamentali in risposta a eventi psicosociali stressanti, oggettivamente identificabili. Qualsiasi evento vitale che richieda un riadattamento psicosociale può determinare l’insorgenza di un disturbo di adattamento, però, eventi anche rilevanti possono non produrre alcun disturbo.
AFFETTIVITÀ
Esperienze psichiche soggettive che si connotano secondo la polarità piacere-non piacere, interagenti con la sfera motoria e intellettiva. I fenomeni affettivi si dividono in sentimenti, emozioni e umore. I sentimenti sono componenti nucleari, piuttosto persistenti, dell’affettività. I disturbi dell’affettività sono relativi ai disturbi dell’umore e alla schizofrenia.
AGGRESSIVITÀ
È definibile come la tendenza ad attaccare gli altri, a livello fisico o verbale, e talvolta si presenta accompagnata da sentimenti negativi, come ad esempio la collera. L’abuso di sostanze, essenzialmente dell’alcool, induce l’abbassamento della soglia dell’aggressività. Una notevole riduzione dell’aggressività, invece, si rileva in talune forme depressive e in stati schizofrenici residuali.
ALCOLISMO
L’alcolismo è un disturbo comportamentale dovuto all’abuso di una sostanza tossica che provoca alterazioni sul piano sia psichico sia organico. Per l’OMS devono essere considerati alcolisti quei bevitori smodati la cui dipendenza dall’alcool abbia raggiunto livelli così elevati da aver dato luogo a disturbi mentali rilevanti, o da interferire con la loro salute psicofisica, con le loro relazioni interpersonali e con il loro armonico sviluppo sociale ed economico.
AMFETAMINE
Le amfetamine o “amine da risveglio” sono stimolanti della vigilanza di cui restano solo pochi prodotti nella pratica terapeutica. Derivati simili sono disponibili come anoressanti o psicostimolanti. Storicamente, la più importante è l’amfetamina, chimicamente definita come b-fenilisopropilamina. La sua azione facilita la liberazione di noradrenalina. L’assunzione di amfetamina provoca un aumento dello stato di vigilanza molto intenso, con riduzione del senso di fatica e del bisogno di sonno, eccitazione psichica, un’iperattività motoria e sessuale, insonnia, anoressia (effetto speed). Segue uno stato depressivo molto penoso e angosciante. La tolleranza è rapida ed elevata, così come la dipendenza psichica.
AMNESIA
Compromissione grave e selettiva della memoria a lungo termine, in rapporto ad un evento patologico, ad esempio un trauma cranico, un’intossicazione o un disturbo vascolare. L’amnesia presenta due componenti di gravità variabile: un’amnesia retrograda per eventi precedenti l’insorgenza della patologia che ha causato il disturbo della memoria e un’amnesia anterograda per eventi successivi all’insorgenza della malattia. Quando i due disturbi siano associati, si parla di amnesia retro-anterograda.
ANORESSIA
L’anoressia psicogena o mentale, costituita dall’associazione di disturbi fisici e psichici, è caratterizzata da un rifiuto sistematico del cibo che provoca un marcato dimagrimento. Colpisce prevalentemente il sesso femminile, l’età d’insorgenza più tipica è in epoca adolescenziale, le classi sociali più colpite sembrano essere quelle medie o elevate. Le caratteristiche del disturbo si riassumono nella presenza di gravi comportamenti tesi alla perdita di peso e determinati dalla paura patologica di ingrassare, associati ad alterazioni della sfera endocrina.
ANSIA
Il termine ansia definisce uno stato psicofisico caratterizzato da una sensazione di apprensione, d’incertezza, di paura e di allarme che può presentarsi anche in assenza di un pericolo oggettivo. A differenza dalla paura, che rappresenta una risposta emotiva ad una minaccia reale, l’ansia risulta priva dell’oggetto scatenante oppure questo non è chiaramente riconosciuto come tale dal soggetto. Alla sintomatologia emotiva si accompagnano sintomi fisici, quali aumento della sudorazione, tachicardia, tensione muscolare, aumento della pressione arteriosa, tremori, ecc. L’ansia, in realtà, è una manifestazione fisiologica che permette di affrontare un eventuale pericolo futuro, diviene patologica nel momento in cui il suo livello supera un determinato limite, inibendo anziché attivando il soggetto e interferendo con le sue prestazioni sia fisiche sia motorie.
ANSIOLITICI, farmaci
Il controllo dei sintomi ansiosi può essere ottenuto con l’utilizzo di svariate classi di farmaci. Ricordiamo: farmaci GABAergici quali i barbiturici, i meprobamati e le benzodiazepine. Farmaci quali gli antistaminici, gli antidepressivi triciclici e atipici e molti neurolettici, particolarmente quelli sedativi. Un terzo gruppo di farmaci antiansia è rappresentato dagli azaspirodecanedioni, in particolare il buspirone. Sulle manifestazioni somatiche dell’ansia (tachicardia, ipertensione, tremori, ecc.), agiscono poi i farmaci β-bloccanti.
ANTIDEPRESSIVI, farmaci
Il controllo dei sintomi depressivi può essere ottenuto sfruttando diversi meccanismi d’azione, tutti volti ad ottimizzare una funzione neurotrasmettitoriale (noradrenergica, serotoninergica, dopaminergica) che si ritiene compromessa nella depressione dell’umore. Le famiglie di farmaci antidepressivi sono: i triciclici (TCA), gli eterociclici, gli inibitori delle monoaminossidasi (IMAO), gli inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI), gli inibitori del reuptake sia della noradrenalina sia della serotonina (SNRI), gli inibitori selettivi del reuptake della noradrenalina (NARI), gli antidepressivi noradrenergici e selettivi serotoninergici (NaSSA).
ANTIPSICOTICI, farmaci
I farmaci antipsicotici comprendono una serie di composti che appartengono a classi chimiche differenti. Il sistema neurotrasmettitoriale maggiormente interessato dai farmaci antipsicotici risulta essere quello dopaminergico, ma, soprattutto nei farmaci di ultima generazione (antipsicotici atipici), importanza fondamentale riveste l’azione sul sistema serotoninergico. I farmaci neurolettici tradizionali dimostrano una buona azione sui sintomi positivi della schizofrenia (deliri, allucinazioni), ma scarsa incisività sui sintomi negativi (apatia, ritiro sociale), inoltre possono dare effetti collaterali che ricordano la malattia di Parkinson. Pressoché equipollente azione sui sintomi positivi, ma maggiore azione sui sintomi negativi e minori effetti collaterali è dimostrata dagli antipsicotici atipici.
CANNABINOIDI
Principi attivi della canapa indiana o Cannabis sativa, pianta originaria dell’Asia Centrale. Il più importante, sia per attività farmacologica sia per quantità percentuale, è il tetraidrocannabinolo (THC). La Cannabis è utilizzata sotto tre forme: la canapa naturale (marijuana), la resina (hashish) e l’olio, che è un distillato concentrato oleoso. Il picco plasmatico dei cannabinoidi viene raggiunto in 3 ore e la durata di azione è di 5 ore circa. Vengono metabolizzati dal fegato producendo sostanze più attive dello stesso THC, che aumentano durante l’intossicazione cronica. Per questa ragione, gli effetti della droga sono più intensi nei fumatori abituali che nei fumatori occasionali. Gli effetti si susseguono in 3 fasi: fase di esaltazione con benessere euforico, fase di estasi con rilassamento e infine sonno. Esiste un fenomeno di tolleranza ai cannabinoidi e vi è una sicura dipendenza psichica.
COCAINA
È l’alcaloide attivo estratto da due specie di piante dell’America del Sud. Viene assunta per via orale (foglie di coca masticate), ma più frequentemente per via nasale, sia sotto forma di polvere (“neve”) sia a mezzo di instillazioni in soluzione acquosa, oppure ancora per via endovenosa. Di recente introduzione è l’alcaloide freebase (crack), che viene fumato. La cocaina stimola il Sistema Nervoso Centrale attraverso l’inibizione della ricaptazione della noradrenalina. Questa sostanza provoca uno stato d’eccitazione, euforia e disinibizione, stimolando le attività mentali e diminuendo il senso di fatica. La rapida caduta dei livelli di cocaina nel sangue (emivita 45-90 minuti) determina ansia e irritabilità, che induce ad un’assunzione spesso frequente e ravvicinata.
DELIRIO
Jaspers, con una definizione che è stata fatta propria dalla cultura psichiatrica di questo tempo, afferma che “le idee deliranti sono giudizi patologicamente falsati”. I tre criteri del delirio, suggeriti da Jaspers sono: la certezza soggettiva (il fatto di essere convinti della giustezza delle proprie idee), l’incorreggibilità (idee che non vengono messe in discussione da nessun argomento) e l’impossibilità del contenuto (idee che sostengono tesi false ed impossibili).
DEPRESSIONE
La sindrome depressiva è un disturbo psichico caratterizzato da: umore depresso, marcata diminuzione d’interesse o nel trarre piacere (anedonia) dalle abituali attività quotidiane, disturbi delle prestazioni psichiche e disturbi fisici tra i più vari. Possono esserci molte forme diverse tra loro di disturbo depressivo e i sintomi possono essere tra loro associati in svariati modi. Spesso si ha una valutazione pessimistica di sé, del mondo, del proprio futuro e rilettura in chiave negativa del proprio passato. Nella sindrome depressiva si evidenziano frequentemente disturbi dell’alimentazione (spesso diminuzione dell’appetito con perdita di peso) e disturbi del sonno.
DISSOCIAZIONE
Termine riferibile a diversi concetti psichiatrici.
La dissociazione del pensiero è un disturbo psicopatologico della forma del pensiero in cui vi è perdita dei nessi associativi comunemente presenti tra le idee. Il pensiero diviene frammentario, bizzarro, sconclusionato.
La dissociazione è, diversamente dal concetto precedente, anche un disturbo della coscienza che può essere presente in condizioni fisiologiche, in corso d’ipnositerapia e in condizioni psicopatologiche ove la dissociazione svolge la funzione di un meccanismo di difesa che protegge l’individuo da un evento traumatico.
DSM
Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) rappresenta la classificazione delle malattie mentali, pubblicata per la prima volta nel 1952, negli Stati Uniti. Attualmente si utilizza la IV edizione rivisitata (DSM-IV TR), pubblicata nel 2000. Il DSM ha un approccio ateorico nei confronti delle cause dei disturbi, adottando un criterio descrittivo sulle manifestazioni cliniche dei disturbi psichici. Per ciascun specifico disturbo mentale sono forniti specifici criteri diagnostici. Tali criteri comprendono un elenco di caratteristiche cliniche che devono essere presenti per poter porre una determinata diagnosi. Il DSM-IV TR è strutturato su un sistema multiassiale che permette di valutare il paziente sotto molti aspetti.
ETICA IN PSICHIATRIA
Principi alla base della pratica psichiatrica utili in caso di decisioni relative ai più fondamentali comportamenti umani nel rispetto dell’uomo. Le due teorie etiche principali sono la teoria utilitaria e la teoria dell’autonomia. La prima sostiene che l’obbligo fondamentale nel processo decisionale è produrre la maggiore felicità possibile per il maggior numero di persone possibile, o almeno di causare il minor danno possibile. La convenienza di dire la verità, proteggere la riservatezza e richiedere il consenso informato sono secondari all’ottenere il maggior benessere o il minimo danno. La teoria dell’autonomia concepisce la relazione medico-paziente come una relazione tra persone adulte, pertanto il paziente viene visto come un soggetto in grado di prendere decisioni esistenziali razionali e responsabili. Contrariamente alla teoria precedente, proibisce l’utilizzo delle persone allo scopo di produrre maggior benessere e minore dolore senza il loro consenso.
FOBIA
Paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole di oggetti o situazioni, presenti o attesi. La persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole. L’esposizione alla situazione temuta determina quasi costantemente una risposta ansiosa, che può prendere forma di un attacco di panico. L’individuo mette in atto condotte d’evitamento nei confronti di oggetti o situazioni e/o li sopporta con marcato disagio e/o richiede la presenza di un’altra persona o di un oggetto per affrontare la situazione. Le fobie possono estendersi, limitando sempre più la libertà e l’autonomia dell’individuo.
HANDICAP
L’OMS lo definisce come “uno svantaggio recato ad un soggetto, risultante da una minorazione o da una disabilità, che limitano o impediscono l’espletamento di un ruolo considerato normale per l’età, il sesso e le caratteristiche sociali e culturali di tale individuo”. “Handicap”, (cappello in mano), era originariamente un gioco in cui la posta era tenuta in mano in un cappello; il termine è passato poi ad indicare una competizione in cui, per equiparare la possibilità di vittoria, si assegna uno svantaggio al concorrente ritenuto superiore.
INTELLIGENZA
In un’accezione ampia, l’intelligenza è un processo mentale che consente all’uomo e all’animale dotato di struttura cerebrale evoluta la soluzione di problemi nuovi che implicano una ristrutturazione del rapporto di adattamento all’ambiente; in un’accezione specifica, è un processo o un insieme di processi mentali specificamente umani, che comprendono, fra gli altri, il ragionamento logico, la capacità di perseguire uno scopo anche a lunghissimo termine, la capacità di scelta dei mezzi adeguati al raggiungimento di tale scopo, la capacità di formulare giudizi e valutazioni di valore, la capacità di autocorrezione e autocritica.
ISTERIA (psiconevrosi isterica)
L’isteria è l’espressione, attraverso sintomi somatici di natura simbolica, di conflitti interiori. Nell’attuale classificazione del DSM-IV, il termine “nevrosi isterica” è scomparso, sostituito dalla sindrome ora nota come disturbo di conversione. La nevrosi isterica può presentarsi in due forme: una è l’isteria di conversione, che si esprime con un linguaggio somatico, l’altra è la forma dissociativa, che si esprime con una sintomatologia psichica più elaborata. Nella conversione, quasi tutte le malattie possono essere simulate, ad esempio la debolezza, le paralisi muscolari, gli spasmi, le contratture, ecc. Nella dissociazione psichica, invece, si possono svariati fenomeni di riduzione della coscienza come episodi di sonnambulismo, fughe isteriche, personalità multiple, stati stuporosi, deliranti e allucinatori. Particolarmente frequenti sono i disturbi della memoria.
LSD
La dietilamide dell’acido lisergico (LSD 25) è un derivato degli alcaloidi dello sclerozio della segala, parassita dei grani dei cereali. La LSD è disponibile in polvere, in capsule e in soluzione. Abitualmente viene utilizzata per via orale determinando un blocco della liberazione di serotonina, aumentando quella di dopamina. La sua assunzione provoca allucinazioni visive, distorsioni sensoriali e depersonalizzazione, accompagnate da effetti somatici (ipertensione, tachicardia, ecc.) e riassumibili nel cosiddetto “viaggio” (trip). Gli effetti si hanno in 30-40 minuti e possono persistere per 8-12 ore. Possono essere sintetizzati numerosi omologhi di amfetamine allucinogene è nota oggi la 3,4-metilendiossimetamfetamina (MDMA, ecstasy).
LUTTO
Processo mentale correlato alla perdita di un oggetto d’amore significativo.
Il lutto può essere riferito a stati psicologici conseguenti a forme di perdita diverse da quelle della morte di una persona cara, come l’allontanamento da un luogo amato o da una fonte di sicurezza, l’assenza di una rappresentazione astratta di un’entità significativa, quale la libertà del proprio Paese. Talvolta, il vissuto del lutto nasce dalla perdita di parti di sé in conseguenza ad un incidente o ad un intervento chirurgico o della propria immagine sociale, oppure dal fallimento di un importante progetto di vita. Lo sforzo tendente a ripristinare l’equilibrio psichico turbato da tale processo prende il nome d’elaborazione del lutto, esso necessita di tempo ed ha diverse fasi: la negazione dell’evento, una successiva “rimarginazione”, a cui segue il disinvestimento dall’oggetto perduto dell’energia psichica che poi viene convogliata su nuovi oggetti d’amore.
MEMORIA
La memoria può essere considerata il meccanismo che permette a tutte le specie animali, con potenzialità proporzionali alla complessità del sistema nervoso, di fissare, conservare e rievocare esperienze e informazioni acquisite dall’ambiente (interno ed esterno) e, nell’uomo, derivate anche dal pensiero e dalle emozioni.
Le ricerche in questo campo hanno confermato che la memoria non può essere considerata un sistema unitario, ma piuttosto un insieme di sottosistemi integrati: esempio classico è rappresentato dalla distinzione fra la memoria a breve e a lungo termine.
MOBBING
Deriva dall’inglese “to mob” = “aggredire”, è il terrore psicologico o l’aggressività espressa in ambito lavorativo, da parte di uno o più individui verso un altro individuo. Questi, a causa del mobbing, viene messo in una posizione d’inferiorità, inerme e senza difese, posizione cronicizzata attraverso la continuazione dell’attività di mobbing nel tempo. A causa del maltrattamento cronico ne deriva una compromissione mentale, fisica e socioeconomica, possono esserci sintomi della sfera depressiva, ansia, rabbia od altre manifestazioni. Le attività aggressive non sono singolarmente eclatanti, ma lo è il clima di peso psicologico cronico espresso nei suoi confronti.
MORFINA
Derivato naturale dell’oppio (alcaloide), si ritrova in una particolare varietà di papavero, il Papaver somniferum. La sua emivita plasmatica è molto breve (1,5-3 ore). Si trova in forma non metabolizzata ed è misurabile nelle urine solo per alcune ore, dopo le quali si riscontrano unicamente i suoi derivati che possono persistere fino a 48 ore. Dalla morfina si ottiene l’eroina, che supera la barriera ematoencefalica molto più rapidamente. Alcune strutture cerebrali coinvolte nella trasmissione del dolore sembrano essere le sedi primarie, anche se non esclusive, dell’azione degli oppiacei. I principali effetti di morfina e analoghi sono l’analgesia, l’euforia, la sedazione e la depressione respiratoria. In seguito a somministrazioni ripetute si sviluppa tolleranza e marcata dipendenza.
NEUROLOGIA
Disciplina della medicina che si occupa delle malattie del Sistema Nervoso Centrale e Periferico. I disturbi di cui si occupa la neurologia sono legati alle alterazioni macro- microscopiche delle cellule nervose. La neurologia tratta ad esempio i disturbi del sistema motorio, le alterazioni della circolazione cerebrale, le epilessie e molti altri disturbi caratterizzati da un’alterazione organica del sistema nervoso.
NEVROSI o psiconevrosi
Dizione nosografica relativa a sindromi caratterizzate da sintomi psicologici, comportamentali e vegetativi, determinate da conflitti intrapsichici o ambientali e ancorate a strutture di personalità (Giberti e Rossi). Attualmente le psiconevrosi compaiono sotto altre dizioni. La psiconevrosi d’ansia corrisponde, in fase acuta, al disturbo di panico del DSM-IV e, in fase cronica, al disturbo d’ansia generalizzato. La psiconevrosi fobica corrisponde alla fobia semplice e sociale del DSM-IV. La psiconevrosi ossessivo-compulsiva corrisponde attualmente al disturbo ossessivo-compulsivo. La psiconevrosi isterica è attualmente frammentata dal punto di vista nosografico (DSM-IV) tra disturbi d’ansia, somatoformi e dissociativi. La psiconevrosi neurastenico-ipocondriaca, caratterizzata dal senso di stanchezza, d’inefficienza e incapacità con l’aggiunta di svariati sintomi fisici, si correla attualmente ai disturbi somatoformi.
OMOSESSUALITÀ
Per omosessualità s’intende una condotta sessuale caratterizzata da attrazione tra individui appartenenti allo stesso sesso. Recenti studi hanno evidenziato una prevalenza oscillante tra l’1,5% e il 4% della popolazione generale. Nelle varie edizioni del DSM si può osservare una progressiva depatologizzazione del fenomeno, anche delle forme egodistoniche: infatti, nel 1973 l’American Psychiatric Association eliminò l’omosessualità dalle categorie diagnostiche di disturbo mentale poiché non in tutte le culture e subculture viene considerato un aspetto patologico.
PSICHIATRIA
Disciplina della medicina che si occupa delle malattie mentali. I disturbi di cui si occupa la psichiatria sono legati alle alterazioni psichiche cui si può andare incontro. La psichiatria tratta ad esempio i disturbi dell’affettività, le alterazioni della coscienza, i disturbi del pensiero ed altre alterazioni psichiche o comportamentali descritte in questo manuale. Il termine psichiatria è stato coniato in epoca illuministica per designare quella branca della medicina che si occupa delle malattie mentali. Solo nel 1700, infatti, Pinel (1793), in Francia, dettò le prime regole per un trattamento medico razionale dei malati di mente. La moderna psichiatria attualmente adotta diversi indirizzi, spesso integrati tra loro: medico biologico; psicodinamico; fenomenologico; comportamentista; cognitivista; sistemico; sociologico e l’antipsichiatria.
PSICOLOGIA
Scienza che studia la condotta umana e animale. Nell’uomo, la psicologia si occupa dei suoi processi mentali e delle sue esperienze soggettive coscienti e inconsce, mentre dell’animale indaga il comportamento rilevabile dall’esterno. La psicologia si può focalizzare esclusivamente sulla conoscenza delle funzioni psichiche (psicologia sperimentale) o intervenire sul paziente (psicologia clinica).
Anche in psicologia, come in psichiatria si evidenziano diversi orientamenti teorici.
PSICOTERAPIA
Con psicoterapia si intende qualsiasi intervento o sistema curativo basato sull’uso dei mezzi psichici, promosso da un terapeuta aderente a un determinato sistema teorico. La psicoterapia nasce in epoca moderna in seno alle discipline mediche ed è condotta da professionisti della salute mentale quali gli psichiatri e gli psicologi. Si distinguono, molte forme di psicoterapia: terapie ad orientamento dinamico, tra cui la più nota è la psicanalisi; terapie comportamentali che si focalizzano sui comportamenti disfunzionali; terapie cognitive che tendono a modificare i sistemi di pensiero che sottendono i sintomi; terapie ad orientamento sistemico relazionale, orientate alla famiglia; terapie supportive, in cui si utilizza la rassicurazione e l’incoraggiamento per sviluppare un miglior adattamento del paziente; le terapie di gruppo, che possono utilizzare uno degli orientamenti teorici citati precedentemente.
RITMO SONNO-VEGLIA, disturbi del
I disturbi della normale alternanza (ritmo) sonno-veglia possono essere classificati nella seguente maniera: sindrome da salto di fusi orari che fa seguito a rapidi spostamenti (di solito aerei) in località con fuso orario diverso dal luogo di partenza; sindrome dei turnisti; sindrome della fase di sonno ritardata, caratterizzata da uno spostamento del periodo di sonno verso le ore del mattino con conseguente difficoltà o impossibilità di ottemperare agli impegni sociali; sindrome della fase di sonno anticipata, caratterizzata da un anticipo del periodo di sonno nelle ore serali e dal risveglio precoce nelle prime ore del mattino; sindrome ipernictemerale, caratterizzata da un quadro di stabile ritardo di 1-2 ore nell’insorgenza del sonno e nel ritardo alla fase di veglia; ritmo sonno-veglia irregolare, con episodi di sonno irregolari e frazionati nelle 24 ore.
SONNO
Il sonno consiste in una periodica interruzione, reversibile in ogni momento, dello stato di veglia, con perdita della reattività cosciente all’ambiente e un aumento della soglia percettiva agli stimoli. Al di là del semplice ristoro fisico, esso rappresenta una necessità biologica: infatti, la deprivazione di sonno, portata all’estremo, è in grado di determinare la morte dell’animale da esperimento.